Probabilmente con la prossima
legge di stabilità gli studi di settore non dovranno più essere compilati.
Questa è sicuramente una bella notizia, il problema è che subito dopo
appariranno gli “indicatori di normalità”. La domanda nasce spontanea: “
cambieranno nome e vestito ad una parte della dichiarazione senza di fatto
cambiare nulla?”
L’agenzia delle Entrate eliminerà
gli studi di settore per usare uno strumento che misurerà, secondo Sose ed
Agenzia delle Entrate, il grado di affidabilità dei contribuenti titolari di
partita iva.
A quanto pare, gli indicatori di
normalità avranno come punto di riferimento per la determinazione dell’indice:
i ricavi, che si potranno adeguare in sede di dichiarazione dei redditi, ed
altri elementi (qui le informazioni sono generiche). Beh! In effetti gli studi
di settore sono diversi… anzi no!
La vera novità, probabilmente,
sarà nella base e nel medoto di calcolo di questo benedetto indice; vera novità
percepita. Infatti, il programma non dirà il ricavo minimo ma darà un voto, da
0 a 10, al titolare di partita iva definendolo contribuente affidabile o non
affidabile.
Tornando al sistema di
determinazione dell’affidabilità del contribuente sembra che, ad esempio:
·
non si guarderanno solo i ricavi ma anche il
valore aggiunto e il reddito d’impresa
·
i calcoli statistici avranno come base di
riferimento 8 anni invece che 1
·
saranno richiesti meno dati (e questo sarà
veramente utile a descrivere l’affidabilità?)
·
ci sarà una nuova funzione logaritmica per
calcolare il valore aggiunto per addetto
·
l’agenzia delle entrate comunicherà al
contribuente il “risultato di affidabilità” (nel senso che lo dice dopo che si
è inviata la dichiarazione dei redditi oppure al termine della compilazione
della dichiarazione come avviene ora per gli studi di settore?)
se questo cambiamento sarà
veramente positivo (per il contribuente) è presto per dirlo certo è che anche
qui nasce una nuova domanda: sostituiscono gli studi di settore con gli indici
di affidabilità perché gli studi di settore non rappresentavano la realtà
oppure perché diverse sentenze toglievano potere agli studi di settore?
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